Foucault, Michel, Storia della follia nell'età classica, Milano, Rizzoli, 2006.

Presentazione di Alessandro Chalambalakis
in Ctonia -2, Aprile 2008.

L’importanza di quest’opera è capitale in una molteplicità di sensi: innanzitutto nel senso dell’accuratezza e dell’originalità della ricostruzione storica di un argomento scabroso e intellettualmente scomodo e marginale come la follia, poi, indubbiamente, nella ricchezza dell’analisi sociale che non viene mai isolata dagli aspetti artistici e culturali ma nemmeno da quelli economico-politici. Foucault, difatti, prende in esame sia documenti storici che testi scientifici, filosofici e letterari, sia trattati di medicina che delibere amministrative. La trasversalità di un tale approccio gli permette quell’ampiezza di sguardo, autenticamente intellettuale, che consente di comprendere non solo i significati sociali e antropologici dell’internamento ma anche i suoi retroterra culturali, economici e politici. La lucidità dello sguardo foucaultiano coglie non solo i paralleli tra il razionalismo e la pratica dell’internamento ma rivela tutta una serie di nessi, relazioni e analogie tra gli eventi storici, la mentalità di un’epoca e la concezione tipicamente occidentale della razionalità. Foucault in sostanza si muove su un piano che è al contempo storico-sociale e filosofico ed è proprio in virtù di tale trasversalità disciplinare che riesce a cogliere il come e il perché dell’esperienza occidentale della follia nell’età moderna.
In quest’opera, Foucault riesce a relazionarsi con l’intera cultura moderna dell’Europa, sia dal punto di vista della scienza e della filosofia che dell’arte e della letteratura, e lo fa attraverso una tematica che oltre a costringere la razionalità a interrogarsi su se medesima offre una lucidissima panoramica sul come di una vicinanza tra la follia e tutta una serie di esperienze dell’antitesi (libertinaggio, profanazione, ozio, ecc.) appartenenti al mondo dell’esclusione.
Dal punto di vista artistico-culturale il capitolo maggiormente ricco di riferimenti è quello dedicato al Rinascimento[*] in cui l’autore francese analizza la pratica storica dell’esilio dei folli in relazione all’affascinante e tragica poetica della dissennatezza espressa in pittori come Bosch, Brueghel, Thierry Bouts e Dürer
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* Vedi: Rinascimento e follia in Michel Foucault