Friedrich L. Des Esseintes

Nefandum
Massime di attualità minima
[II]


…Segue da Nefandum I , in Ctonia -1.


VII – Il gioco delle parti

In realtà, il volgare è tale perchè è ciò che fa il volgo, la maggioranza, e non viceversa: la definizione e la delineazione del bello, dell’alto, del nobile hanno origine per opposizione rispetto a ciò che è volgare in quanto messo in atto dalla massa. Il genio, l'artista, l'esteta, il poeta… nemmeno esisterebbero senza quella massa che trovano repellente o comunque dalla quale prendono le distanze… tutto secondo l'ineluttabile gioco delle parti.
Voi direte: allora il genio, il nobile dovrebbe riconoscere di essere allo stesso livello della sua controparte.
Io vi dico: guai a lui! romperebbe l'equilibrio.


VIII – Da qui vedo solo maliarde e schiavi...

Ciò che la donna cerca nell'uomo è che questo la faccia sentire attraente e desiderabile, dunque malgrado i proclami, le dichiarazioni e gli atteggiamenti ostentati in pubblico per darsi un tono altezzoso e distaccato, l'uomo "audace" è sempre ben accetto da questa (a parte quando la sua eccessiva "propositività" rischia di compromettere la "pubblica reputazione" della signora\ina).
L'uomo intuisce tutto ciò e per far sì che i suoi malcelati propositi non vadano disattesi si adegua alle aspettative della donna, finendo quindi per rivestire il ruolo di servitore della civetteria femminile.
Morale: come biasimare il misantropo... ?


IX – Connessioni insospettabili

Il crescente interesse al quale si è assistito nell'occidente dell'ultimo mezzo secolo nei confronti di istanze animaliste e quindi la diffusione dell'idea che anche agli animali vada allargato il concetto di rispetto della vita, fino a poco tempo fa limitato agli esseri umani, si spiega in buona parte con la diminuzione del tasso di natalità e quindi con il parallelo aumento esponenziale di casi di donne che scelgono di non diventare madri. L'istinto materno, biologicamente radicato, ha dovuto trovare sfogo verso "oggetti alternativi" e il transfert dall'ipotetico bambino all'animale risulta ed è risultato quasi automatico, considerati i caratteri che si attribuiscono istintivamente all'animale (soprattutto quello domestico), visto come indifeso, affettuoso, dotato di emozioni non troppo diverse da quelle umane, bisognoso di attenzioni, ecc..


X – L’ umiltà dell’artifizio

La vera superiortà del dandy sta nel fatto che con la sua personalità così palesemente artificiosa smascheri la condizione "attoriale" di ogni uomo: ogni individuo, a meno che non si dedichi all'eremitismo, impersonifica un ruolo, indossa i panni di un personaggio (o meglio più ruoli e più personaggi a seconda delle situazioni), e, come insenga Pirandello, veste più maschere. Atteggiarsi in modo naturale, pseudo-autentico, significa ignorare questa condizione e ritenersi arrogantemente svincolati dalla rete di rapporti personali.
Morale: il dandy è l'unico esempio umano di vera umiltà e profonda auto-ironia.


XI – L’ottusità del sovversivo

Lottare in modo palese e declamato contro la società, contro il cattivo gusto, contro il senso comune è il modo migliore per mantenerli in vita dato che la presenza di un nemico fondamentalmente innocuo, che non può davvero sovvertire l’ordine che combatte ma che è ben riconoscibile nella sua ostentata minaccia, ha come unica conseguenza quella di stimolare e incentivare il consolidamento di questo ordine.
Allo stesso modo del vaccino, l’attacco che si porta all’”avversario” ottiene solamente una reazione immunitaria di questo che, avvertendo una minaccia esterna, si protegge sottolineando i propri elementi e le proprie componenti più forti e coerenti, mettendo da parte i dubbi e le domande sulle proprie difficoltà e le contraddizioni interne.
D’altronde il cristianesimo si è lentamente sfaldato nel tempo per mancanza di veri oppositori, per rilassamento, e non a caso sembra avere dei “colpi di coda” inattesi proprio ora che il laicismo si è fatto più aggressivo e dogmatico.
Morale: se vuoi distruggere qualcosa o qualcuno, ignoralo.


XII – Piacere è “potere”

Il vero piacere, la vera soddisfazione, il vero senso di appagamento non consiste nel possesso diretto di una cosa o di una persona ma nella consapevolezza di poterne disporre a piacimento; per liberarsi dall'ossessione di una cosa, per smettere di rimanere attaccato al desiderio di questa, l'unico modo non è quello di procurarsela, bensì quello di conquistare la sensazione di poterla avere a portata di mano quando e come si vuole.
Morale: oggetti e persone non sono fonti di piacere “in sé”, ma mezzi per testare il proprio potere, in una perversa gara tra persone dello stesso sesso dove chi accumula maggiori “possedimenti” è l’illusorio vincitore.

Continua…

Friedrich L. Des Esseintes - info@namenlos.it