Aleister Fahrni

Il verme danzante


Il tuo campo visivo si riempie di miriadi di puntolini luminosi e svolazzanti, che rendono la stanza un campo minato di colori caleidoscopici. La nausea che sale, sale; ti afferra lo stomaco come un mazzo di fiori e inizia a tirarlo di qua di là. Barcolli, confuso, ti trascini fino al letto e ti ci butti sopra di peso.

Sospiri.

Ti appallottoli stringendo il cuscino, mentre la stanza inizia girarti attorno sempre più in fretta.
Poi arriva.. entra dal retro della tua testa, poco sopra l'atlante, e si scava la sua strada. Gira, rigira e affonda, fin dietro l'occhio destro. Maledetto verme! Perché è un verme di fuoco che si torce nella tua testa, si mangia la tua carne. Il dolore è talmente intenso da farti piangere.

Mordi il cuscino.

La luce, crudele, ti accoltella senza pietà. Ondate su andate di dolore. Chiudi gli occhi, per allontanarla, ma lei ti insegue anche dietro le palpebre chiuse. Anche così ti colpisce con i suoi aghi color arancio. Ti alzi e in qualche modo barcolli fino alla finestra. Chiudi le imposte e la penombra si mangia le coltellate. Tiri un tremante sospiro di sollievo, mentre ti appoggi alla parete.

"Forse..." ti dici "forse mi lascerà in pace"

E' quasi una supplica, un preghiera, ma dio si deve essere distratto e il verme continua il suo festino. Si torce e si tende dentro di te, facendo diventare i colori del mondo troppo forti per essere sopportabili. I contorni della stanza si deformano progressivamente, danzando al ritmo di una melodia che non puoi udire. Si fanno infinitamente alti e asimmetrici, soffocanti e incomprensibili, come un quadro di Escher. Mute geometrie cangianti, che si fan beffe di Euclide.
Ondeggiano colpendo il tuo dolore, facendolo rimbalzare e riecheggiare all'infinito.

Lasciami andare, ti prego” implori in silenzio “cosa ti ho fatto? Perché mi tormenti?

I puntolini diventano macchie e poi figure, fantasmi luminosi che ti deridono. Sono una schiera infinita, tutta attorno a te, ed anche loro ballano al ritmo della loro follia. Il verme morde più a fondo e il dolore e talmente forte da spezzarti le ginocchia. Ti ritrovi in terra a torcerti, come se il tuo corpo dovesse seguire i comandi di quel figlio dell'Averno. Come se oramai non fossi che un balocco del Dolore. Senti ti tuoi muscoli tendersi sempre di più, mentre ti pieghi all'indietro come una arco pronto a scoccare una freccia.

Anche il rumore delle lacrime, che scorrono sulle tue guance, diventa una nuova forma di sofferenza.

I legamenti scricchiolano, lamentandosi per l'uso eccessivo. Continui a ripiegarti mentre il dolore diventa quasi un entità vivente e i demoni di luce ti si stringono attorno. Li vedi chinarsi su di te ridendo, mentre il dolore sale in un crescendo continuo e il tuo corpo assume angolazioni che non credevi possibili. I fruscii della stanza rombano come tuoni attorno al tuo capo, accompagnando gli spettri. Crescono, ridono e danzano sulle note di un'insensata cacofonia.
Si fanno ancora più vicini e poi, finalmente, è il buio.

Il mondo intero sprofonda nelle tenebre, mentre un misericordioso silenzio si porta via i demoni ed il dolore.

Aleister Fahrni - aleister_fahrni@hotmail.it